Trenitalia condannata a pagare i rimborsi
Il giudice di Frosinone, dott.ssa Caterina Di Vito, ha condannato Trenitalia a rimborsare il costo di due biglietti per un treno soppresso all’ultimo minuto che doveva coprire la tratta Frosinone – Roma. Non solo, il giudice ha anche ritenuto che ai viaggiatori, ritrovatisi improvvisamente senza il mezzo di trasporto, andassero rimborsati anche il costo del taxi, resosi necessario per arrivare alla stazione di Roma in tempo per prendere una coincidenza per Venezia. Inoltre le spese legali per la causa intentata dai due viaggiatori sono state attribuite a Trenitalia.
Infatti il giudice ha ritenuto che al momento della accettazione del contratto di viaggio il viaggiatore non poteva conoscere la clausola che sancisce che, in caso di soppressione del treno, Trenitalia è obbligata esclusivamente a rimborsare il costo del relativo biglietto. La clausola è stata ritenuta dal giudice vessatoria.
Questa sentenza crea un precedente e mette in luce quanto la regolamentazione di Trenitalia sia fortemente a favore dell’azienda di trasporti, praticamente monopolista. Infatti se un treno viene soppresso, secondo detta regolamentazione, nonostante si sia di fronte ad una inadempienza contrattuale da parte di Trenitalia, il viaggiatore non viene tutelato e non ha il potere di fare nulla se non quello di richiedere un nuovo biglietto. L’inadempienza infatti non viene sanzionata come invece accade per i trasporti aerei dove, oltre al risarcimento, è previsto anche un rimborso del danno con un importo doppio rispetto a quello versato come caparra.
Forse questa sentenza servirà a fare cambiare l’attuale regolamento di Trenitalia.
