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Incidente stradale dopo lavoro: condannato datore di lavoro per omicidio

Incidente stradale mortale dopo turno massacrante: condannato datore di lavoro per omicidio colposo. In un incidente stradale muore una donna passeggera di un pulmino. Il pulmino si è ribaltato a causa di un colpo di sonno dell’autista. L’incidente è stato considerato come un Infortunio Professionale.

Infortunio professionale

La responsabilità è stata riconosciuta in capo al datore di lavoro. Questi infatti è stato condannato quindi per omicidio colposo. È stato condannato ad una pena più gravosa perfino rispetto a quella inferta al conducente del pulmino responsabile dell’incidente.

Infatti secondo l’accusa l’autista del pulmino stava tornando a casa dopo il turno massacrante durato ben 19 ore. A causa del turno massacrante era stanco. L’autista era infatti dipendente di una cooperativa ed era assunto come addetto agli scaffali in un supermercato. L’incidente è del 6 giugno 2015 e la donna morta era una ragazza di soli 22 anni, Chiara Riccomagno. La ragazza viaggiava come passeggera ed era senza di cintura di sicurezza. L’autista del furgone perdeva il controllo del mezzo. Questi si schiantava contro un guard-rail facendo rovesciare il furgone più volte e facendolo finire in un campo.

L’autista dopo l’incidente comunicava alla polizia intervenuta sul luogo dell’incidente che era molto stanco a causa di un turno di lavoro massacrante. Questo fece sì che scattarono degli accertamenti sulle modalità di lavoro all’interno della cooperativa. Cooperativa presso la quale il conducente era assunto come addetto a riporre la merce sugli scaffali in un supermercato. La cooperativa il cui nome è Lugi, aveva come dipendente anche la donna morta e altre tra i colleghi di lavoro che erano a bordo del furgone.

I procedimenti

La procura di Asti ha avviato le indagini sull’incidente come infortunio sul lavoro inviando gli atti anche alla procura di Torino. La procura di Torino aveva esteso le indagini per il caporalato. Venivano quindi iscritti nel registro degli indagati il presidente della cooperativa, colosso della logistica, e altre otto persone di diverse cooperative del gruppo. Tutti rinviati a giudizio per aver applicato condizioni e orari di lavoro, compresi ferie e stipendi, diversi dal contratto nazionale nei confronti di moltissimi dipendenti delle varie cooperative del gruppo.

A Torino il procedimento va avanti. Nel capo di accusa del pm Vincenzo Pacileo gli imputati devono rispondere di sfruttamento del lavoro. Nei testi si fa esplicito riferimento all’incidente stradale del 2015. Sia come origine dell’indagine sia come elemento che prova i turni massacranti in carico agli scaffalisti dei supermercati. Ad Asti invece il processo si è concluso. L’autista ha patteggiato 4 mesi e 13 giorni con la sospensione della patente di un anno. I datori di lavoro sono stati condannati a 1 anno e 8 mesi di carcere per il presidente della cooperativa Lugi Fabio Massa, e un 1 e 4 mesi per il caposquadra.

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fonte https://it.finance.yahoo.com/notizie/la-responsabilit%C3%A0-%C3%A8-ricaduta-sui-075251088.html

 

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